Magu: la dea orientale della canapa
In Cina, Corea e Giappone, la dea Magu (chiamata anche Ma Gu, MaKu, Mako) è raffigurata come una bellissima giovane donna di circa vent’anni e secondo molti studi ha avuto un’associazione fondamentale con la canapa.
La sua giovane età e la sua bellezza sono simboli della salute e della guarigione del mondo che lei stessa protegge.
Le origini di Magu e l’associazione con la canapa
È considerata la custode della vitalità in tutta l’Asia orientale, non solo per i mortali ma anche nei cicli naturali della terra.
Secondo i racconti più coerenti relativi alla sua possibile esistenza, Magu visse una vita povera tra il V e il VI secolo d.C., anni colpiti dalla guerra, lavorando come sarta.
L’associazione della dea Magu con la cannabis risiede principalmente nel suo uso come pianta curativa – poiché la maggior parte delle storie mitologiche di Magu ruotano attorno ai modi in cui aiutava e curava i poveri e i malati sia come dea a titolo definitivo, sia come semplice sacerdotessa.
A livello religioso, aveva un ruolo centrale nel taoismo, dove alcuni rituali prevedevano il consumo di semi di canapa come protezione contro la possessione demoniaca e per aumentare la “Seconda Vista”, mentre bruciare i semi era frequente nei rituali di purificazione.
Spesso era Magu che veniva invocata durante questi rituali, e venne associata al punto di riferimento taoista del Monte Tai, dove la cannabis cresce spontanea.
Considerata l’importanza vitale della cannabis in oriente, specialmente nell’antica Cina, già 12 mila anni fa, non sorprende che vi siano divinità collegate ad essa.
La pianta di cannabis è stata infatti fondamentale come alimento, prodotto tessile, medicina e strumento di rituali per secoli in questi territori.
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